Capfinidas

Maggio 14, 2018 § Lascia un commento

 

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le armi, i cavalli, le navi, i gigli dorati, il gheppio, la coppa, il robot, pokemon, segnale. non c’è recettore, fa niente, il giallo, l’arancio, la frutta- qualunque, dormire, mangiare, fuggire, nel sole ma tiepido, al vento ma breve, all’acqua, del fiume, corrente, l’asfalto che copre il vuoto di dentro

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l’asfalto. il bitume, la terra che frana, il cavo di sotto, a lato cemento, nessuno ci passa, si sperde a uno scolo di ratti e mutanti la strada, l’avvio, non c’è più nessuno, neppure vampiri, puttane e strafatti, neppure più un sasso né caldo né acqua, bonsai radioattivi, se anche, seppure lontano ristride catena, l’allarme per sordi, pei ciechi già tardi

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tardi, è già notte, tardi c’è luce, suppone, filtra tra ciglia, le immobili, non pensarci, ripetere le tabelline, le rime di filastrocche, ricordi, i brandelli, di scarpe, vestiti, odore di origano il cane di plastica coloratissimo, il cielo, un bacio, un mezzo abbraccio, disegno e riposo, stanchezza nfinita, rumori, sonoro, qualcuno che ombreggia, che forse la tocca, saluti, risogna, ripiomba nel buio, tardissimo è dentro che il dentro è quello che resta e resiste, il cielo, l’azzurro, confonde i colori, l’interruttore, dicevano sonno, la mente che gira e rigira-l’infida, la spersa, la poverella, il lucido sogno, verdure e verzure, fiorite, il lucido sogno, non ha più i volti, le facce, le inventa, disegna, il lucido sogno che chiamano coma

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come a como in un cono, le tre civette col gufo, padre amatissimo di agguati notturni, sfamasi affamate, strapparsi lodi rimproveri di bocca in bocca, io io io centrarsi sull’essere sazie su satollarsi oltre la soglia di carburante, appesantire le  piccole ali di peso, di tondo stomaco gonfio, che diletta famiglia nata subitamente divisa subitamente straziata dalla immortale divinità del sopravvivere, l’élan, la volontà, il proseguire, accecate, il dna

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dna l’estremo del nome all’estremo, l’estremità l’acronimo l’estremo nome niente cabbala, iniziazioni misteriche, arcana per celati sapienti, saggi, le sigle, il rinvio, il loop sonoro i rompicapo dell’onniscienza,  se li risolvi saprai, cosa? nessun erba contro la morte, ma nel frattempo sigla, punteggia, cela, nascondi, ammanta, metaforizza, simbolicamente, l’allegoria, lucentezza del carnascialesco, figurazioni dell’inenarrabile,  la forma del corpo, dell’opera, il minimo dell’essere in vita, per poco che è il sempre

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sempre, realizza, vuoi per sempre, coincide con la durata del tuo respiro della chiaroveggenza del ventricolo, dell’emisfero dx/sx nelle serie mediche ospedaliere guerriere, sempre. è un bel po’, un ponte, quello dove al paese arrivano da sempre, appunto, i suicidi convinti da km e km circostanti e distanti,  finché le reti, altissime. non ci si può gettar  giù, è un casino, del resto comprensibile,  raccogliere i pezzi dopo è un casino, per favore morite quieti e ordinati esorta il sindaco nell’ordinanza dove elenca anche le compresse acquistabili con modica somma al dispensario comunale: un rientro dai costi  per il recupero dei cadaveri e un incremento delle entrate, il sindaco, consigliato, dai prelati locali, a-cattolici, a-gnostici, parafiliaci, si sente soddisfatto, si dice vediamo se funziona, monitoriamo – lo ripete,  un suono bello pieno, lo ripete euforico, eufonico

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euforia, lievissima, un senza peso nel cuore, sensi distesi, le fusa del collo, dei piedi, la luce friabile che va in diffusione, nel, nel cuore presume, succede sì sì sì, l’euforia del terzo bicchiere di vino, del rollio collettivo di erba, del concludere un difficile compito, dai punti quantistici  a grigliare arrosti, niente sballo, solo sorrisi, frutta, un euforia da bollicine, da emorragia, la conosce ma è vivo, è vivo, incredibile la v di vittoria, per ora sì sì sì però basta, la gode, va in bagno a inondare la tazza di acque giallastre, renella che sta andando via, mai avrebbe pensato,  mai che, sì, migliora, guarisce, per ora

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ora l’orario dell’orafo: sbalza cesella, polisce e aggroviglia in uno splendore di miniature, l’energia di sciti e prima – millenni – minoici e poi la sarmazia che dove sarà si chiede a volte ed a tratti  bulinando baccella miniere regali, le asturie romane,  l’argento egiziano, di luna, l’oro indo e poi europeo, la sarmazia, la storia,  riprende il disegno, l’intreccio di bocche di cocchi  su coppe, le pissidi tristi, che poi una valanga, fiumana perenne, li estinse,  le steppe, venivano tutti di là

 

 

 

 

 

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