Foresta tacita – Pino D’Alfonso
febbraio 12, 2015 § Lascia un commento
“La biblioteca dei libri perduti”, che si propone, meritoriamente, di pubblicare inediti od opere ormai scomparse dal circuito letterario inaugura la collana “Multipli” con “Foresta tacita”, di Pino D’Alfonso,poeta ed artista scomparso a Busto Arsizio nel 2013. La raccolta di poesie contiene anche nell’ultima sezione, intitolata “Materiali”, riproduzioni di opere verbovisuali dell’autore, sempre al confine tra materia e parola, che – come giustamente osserva la prefatrice Silvia Colombo – se da un lato rimacinano le sperimentazioni avanguardistiche passate, dal collage cubo-futurista ai ready-made duchampiani fino agli assemblaggi di elementi del quotidiano, cari al Nouveau Réalisme, dall’altro esprimono un’intimità quasi devastante.
L’adozione di una scansione grafica dei versi verticalistica, a gradini, da parte di D’Alfonso è in effetti un lascito delle prime sperimentazioni futuriste, ma nel contempo anche la costruzione di uno “spartito” che regga prosodicamente la sonorità e le accentuate sinestesie sulla quale si fonda la ricerca poetica dell’autore. I testi di “Foresta tacita” presentano una serie di fermo immagini che si cristallizzano in veri e propri landmark: l’oceano, i chiostri, la rosa, il bosco, i colori, gli incendi e il silenzio sono i temi che si rincorrono in tutte le sezioni del libro – dove l’esplicito omaggio contenuto negli eserghi a Pessoa e Bonnefoy, rinvia di fatto a un riuso del simbolismo mallarmeiano, in sintonia del resto con il neo-orfismo, lombardo e non, degli anni ’80 dello scorso secolo – mentre le rare occorrenze verbali si concentrano alternativamente sull’irrompere e il corrodersi, quasi a riverberare sulle figurazioni ‘emotive’ il sottofondo caotico del mondo.
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Testi
Glicine il violetto oscurarsi
Glicine
il violetto
oscurarsi
del tempo
insonne
nell’ora
del suo eterno
dimorarsi…
Il ponte
dorato
dalle grida
nel tempestato
colore
Trasale
il rosso pallore
del sangue
nei corali
dei canti
le irte
ferite
sognanti
Incendia
il meriggio
infuocato
negli occhi
le risa
che fummo
incessanti
sussurrano.
****
La metamorfosi investirà
La metamorfosi investirà la corporeità, aprirà varchi,
verso una agilità… estrema raffinatezza delle menti.
Improvviso tepore, meriggi tra gli alberi.
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Talvolta è l’improvviso
Talvolta è l’improvviso a raggelare, è forse sorriso,
le memorie ardenti sempre, dove la trama di bambina…?
Nel lungo accidentato percorso
i rossi traboccanti papaveri.
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